Sinossi
Il cortometraggio della durata di 27 minuti, scritto diretto e interpretato da Luisa Mariani, è un viaggio acronico, insieme ad un cast artistico d’eccezione, della Memoria attraverso un prologo e sei esercizi emotivo-sensoriali e sue declinazioni.
Riprese e montaggio di Giovanni Pirri. Musiche originali di Paolo Rozzi.
Punto di partenza “Triumphs and Laments”, opera monumentale di William Kentridge rappresentata sui muraglioni del lungotevere. Un omaggio alla storia di Roma dalla sue origini leggendarie fino ai nostri giorni, attraverso i suoi fasti e le sue miserie, le glorie e le sconfitte: dai trionfi dell’impero alla ghettizzazione degli ebrei per ordine di papa Paolo IV, dall’uccisione di Remo alla morte di Pier Paolo Pasolini, dalla breccia di Porta Pia al bombardamento del quartiere di San Lorenzo… In bilico tra documento storico e ricordo personale, tra memoria collettiva e memoria individuale, Kentridge suggerisce, ‘sull’ellissi del non tempo’, il risveglio della ragione per dare voce al pensiero libero, alla lotta sociale, alla ricerca della verità contro ogni totalitarismo. E il suo racconto iconografico, graffiante, magico, grottesco, destinato a scomparire nel giro di pochi anni per la tecnica artistica prescelta e a causa dello smog e degli agenti atmosferici, resterà nel cuore di ognuno come l’espressione di un grande lavoro universale e democratico.
Prologo: l’incontro con William Kentridge sul tema dell’impermanenza dell’arte e del valore della memoria nella vita. Una potente, poetica e ironica riflessione sull’uomo, il tempo e l’oblio.
Esercizi della memoria.
I Esercizio
Mi presenti i tuoi amici?
Una professoressa (interpretata da Marina Barranger) in escursione, sul battello che percorre il Tevere nel tratto fiancheggiato dai muraglioni istoriati da William Kentridge, con il marito (il giornalista Michael Barranger) e l’amica-regista (Luisa Mariani), incontra casualmente un ex allievo (Simon D’Aquino), che è insieme ad un suo amico (Luca Porfido).
Nasce una conversazione sull’attività di Simon, che dopo il liceo è emigrato a Londra in cerca di fortuna come attore. In questo breve incontro riaffiora la sua formazione giovanile, il significato della memoria emozionale che gli ha trasmesso la prof e su cui ha basato la sua interpretazione del “Lobby Boy” nel lavoro teatrale “Grand Budapest Hotel” ispirato alle opere di Stefan Zweig, i cui scritti nel 1933 furono bruciati dai nazisti. “Tutti i regimi dittatoriali hanno paura del peso della memoria” ricorda la prof.
II Esercizio
Mi prenderesti a lavorare con te?
Un giovane cinese, Lian Méng, (impersonato da Valerio Tseng) sta pescando sulla banchina del Tevere immerso in contraddittorie e tumultuose emozioni:
la nostalgia dell’amata Abir (ragazza egiziana incarnata da Nada Saad Ismail); la rabbia per la sua assenza dovuta al divieto del padre di lei (Saad Ismail) di frequentarlo, non essendo di religione mussulmana.
A questi sentimenti si aggiunge un oscuro malessere che gli procura l’inno dedicato ad una sorta di divinità fluviale, Tryphaena Crepereia, una fanciulla vissuta nella metà del II secolo d.C., morta in età puberale e ritrovata in un sarcofago su quelle rive alla fine dell’ottocento, a cui dà voce l’attrice del fiume” (la poliedrica Violetta Chiarini), danzando sulle note della fisarmonica, animata dal musicista giapponese Hideshi Kibi.
Lian Méng è turbato e infastidito, oltretutto non è riuscito a catturare nemmeno un pesce, sta per andarsene quando arriva Robin (Mauro Leuce), Re dei Rom del lungotevere, voglioso di intavolare un dialogo con lui per difendere ed esaltare la memoria delle sue tradizioni affidate all’oralità.
III Esercizio
Sai di geranio
Jan (rappresentato da Jan Kozaczuk) e Lu (tratteggiata da Luisa Mariani) si ritrovano nel giardino esistenziale dei desideri.
Lui si sta allenando con il corpo e con il senno per un recupero del passato, fuggendo da un ‘eterno e penalizzante presente’ per risalire “SU UN TRONCO D’ALBERO” (“NA PNIU” è il suo monologo teatrale che descrive questo percorso), indagando, nella metafora, dalle sue radici fino a raggiungere la chioma. Forse per ricominciare dall’inconscio e riscoprire il sé e l’altro?
Lei, invece, è alla ricerca di ‘un luogo dove il tempo ha un senso’ e ricordando l’adolescenza e il suo primo batticuore, che la riportano nei vapori termali di un’isola, avvolta in un liquido e sensuale panismo silvano, compie il suo sogno.
Infine, Jan e Lu saranno travolti dal gusto e dal profumo dei ricordi.
IV Esercizio
Il mio computer è salvo
Due amici (Michael Barranger e Luisa Mariani) passeggiano sul lungotevere commentando la raffigurazione dell’uccisione di Moro secondo il realismo surreale di William Kentridge.
Marina Barranger interrompe la conversazione perché, precedendoli, ha trovato uno zainetto abbandonato sulla banchina.
Nasce il mistero della sua provenienza, presto svelato da una telefonata di Lian Méng in preda al panico per aver lasciato nello zainetto il computer, suo inseparabile cult object, custode della sua memoria sentimentale.
V Esercizio
Quello che non ricordo
Luisa Mariani e Marco Angelini (visual artist) conversano davanti alla scritta “Quello che non ricordo” di cui è autore William Kentridge: sembrerebbe quasi una pausa – sui murales “Triumphs and Laments”- al fluire impetuoso del suo racconto storico-sociale della città eterna.
Il dialogo fra Luisa e Marco è la memoria e l’oblio che nell’arte pittorica di Angelini, attraverso il recupero degli oggetti del quotidiano, incrostati dalle trasformazioni del tempo e cristallizzati sulle tele, si rivestono di rimandi, di significati altri, per tramandare nuove storie.
“Quello che non ricordo” la memoria da ritrovare per scrivere una nuova pagina?
VI Esercizio
La Banda Stendhal
La banda Stendhal perché si chiama così? Quali i suoi obiettivi? Da chi è formata?
Il nome della banda è un chiaro riferimento a quel malessere diffuso, di euforia o depressione, di palpitazioni e tachicardia, di giramenti di testa e vertigini, di nausea e vomito, che si manifesta in alcune persone, particolarmente sensibili, davanti ad opere d’arte, pittoriche, scultoree o architettoniche, a parer loro eccezionalmente belle, attivando così un vissuto emotivo straripante da soddisfare ad ogni costo anche attraverso azioni illecite.
A questo punto viene da chiedersi: quali potrebbero essere i luoghi frequentati dalla banda?
Entriamo in un antico palazzo di Roma, dove si trova una prestigiosa galleria d’arte contemporanea, mentre si sta svolgendo l’inaugurazione della mostra di Marco Angelini intitolata “Caleidoscopio: la Memoria e l’Oblio” a cura di Giusy Emiliano e Raffaella Salato. Fra gli invitati incontriamo l’attore Mario Valdemarin e la sua consorte Rosalba, il poeta rock, scrittore, drammaturgo e performer Marco Palladini, la saggista e critica cinematografica Désirée Massaroni, la gallery manager Valentina Luzi, la responsabile di una biblioteca del comune di Roma, Alessandra Benedetti, il professor Mario D’Amore e la regista Luisa Mariani.
Ed ancora incontriamo: Malvina Ruggiano nei panni di una scettica visitatrice, sua omonima, sull’orlo di un cambiamento di vita per rivendicare un’autonomia lavorativa, Emma Ghiurghi nel ruolo di Olivia, una romantica idealista, orgogliosa dei suoi sentimenti e delle sue scelte, Giulia Tomaselli, che interpreta Giulia la cinica, la volitiva, grintosa e tenace nelle finalità da perseguire.
Intervengono anche Mauro Leuce, nella parte di Robin, il re dei Rom del lungotevere e Juan Jesus Alayo Lara come cameriere del catering del vernissage. Il clima è festoso quando all’improvviso Robin è invitato ad andarsene perché avrebbe bevuto troppo.
Segue un’altra scena, nella toilette attigua allo spazio espositivo, in cui Malvina scopre Olivia in preda ad un delirio amoroso, ad alta voce, nei confronti di un quadro che ha sottratto durante la presentazione della mostra. Subito dopo, irrompe furente, nel bagno, Giulia svelando le dinamiche che interagiscono fra i vari personaggi che abbiamo conosciuto.
Synopsis
The 27-minute short film, written, directed and starring Luisa Mariani, is a timeless journeythrough Memory, in the company of an extraordinary cast, via a prologue and 6 sensory-emotive exercises and their declinations.
Filming and editing: Giovanni Pirri. Original Musical Score: Paolo Rozzi.
Our starting point is William Kentridge’s monumental work “Triumphs and Laments” embellishing the walls flanking the River Tiber in Rome; a magnificent tribute to the secular history of Rome from its legendary roots right up until the present day, with some key high and low points, victories and defeats: from the triumphs of the empire to the ghettoing of the Jews by order of Pope Paul IV, from the fratricide of Remo to the murder of Pier Paolo Pasolini, from the Risorgimento breach of Porta Pia, to the allied bombing of the district of San Lorenzo… poised between a historical record and a personal recollection, between collective and individual memory, Kentridge proposes, “on the ellipsis of non-time”, the reawakening of reason in order to give voice to free thinking, social struggle, to the search for truth as opposed to any form of totalitarianism. His iconographic, biting, magic, grotesque narration, which is fated to vanish from our sight forever within the space of just a few years (on account of both the smog and atmospheric agents as well as Kentridge’s own technical artistic choice), is destined to remain in our hearts as a treasured “expression of a great universal and democratic work”.
Prologue: A meeting with William Kentridge on the theme of the impermanence of art and the value of the memory of life. A powerful, poetic and ironic reflection on man, time and oblivion.
Exercises of Memory
Exercise I
Won’t You Introduce Your Friends to Me?
A High School Teacher (Marina Barranger), during a boat outing on the River Tiber as it passes William Kentridge’s stenciled historical account on the river bank walls, along with her husband, Journalist (Michael Barranger) and their friend , Film Director (Luisa Mariani), bumps into a former pupil of hers (Simon D’Aquino), who is with a friend of his own (Luca Porfido).
Their conversation gets going as to what Simon is at present doing, who, after school emigrated to London to try his hand as an actor. The talking, during their brief encounter, turns to Simon’s education, the importance of the emotional memory instilled in him by his teacher on which his performance is based as the “Lobby Boy” in the stage play “Grand Budapest Hotel”, inspired by the works of Stefan Zweig, whose writings were burnt by the Nazis in 1933. “Every dictatorship” points out his former teacher “fears the weight of memory”.
Exercise II
Would You Take Me on to Work with You?
A young Chinese man, Lian Méng (Valerio Tseng), struggling with his conflicting and troubled feelings, is fishing by the Tiber. He is missing his beloved Abir (an Egyptian girl played by Nada Saad Ismail) and angered by her father (Saad Ismail), who is barring her from seeing him as he is not a Muslim.
Unsettling him now further is a chant about a kind of river divinity, Tryphaena Crepereia, a young girl from the mid second century A.D., who died an adolescent and whose body was discovered in a sarcophagus on these very river banks at the end of the nineteenth century. Singing this refrain is the River Actress (Violetta Chiarini) as she dances to the accompanying accordion played by Japanese Musician Hideshi Kibi.
Lian Méng is bothered, upset and moreover he has not even managed to hook a fish. As he is about to pack up and go, Robin, the King of the Tiber Rom (Mauro Leuce) arrives on the scene, eager to start a conversation with Lian in defence and praise of the memory of the Rom’s oral traditions.
Exercise III
You Bring Geraniums to Mind
Jan (Jan Kozaczuk) and Lu (Luisa Mariani) meet up in an existential garden of desire.
He is in the process of exercising his mind and body in an attempt to recover his past, fleeing from an eternal and penalising present with an aim to climb up “A TREE TRUNK (“NA PNUI” – the name of his stage monologue describing this very journey), metaphorically undertaking an analysis from roots to foliage. Is this perhaps in order to restart from square one, from the subconscious, to rediscover oneself and the other?
She, on the other hand, is searching for “a place where time has a meaning” and, recalling her adolescence and first love, which transport her to the thermal vapours of an island, shrouded by a liquid and sensual silvan panism, her dream comes true.
At the end of the day, Jan and Lu will be overwhelmed by the taste and perfume of their own memories.
Exercise IV
My Computer is Safe and Sound
Two friends (Michael Barranger and Luisa Mariani) are strolling along the banks of the River Tiber in Rome, admiring and commenting William Kentridge’s surreal stencil of the murder of Former Prime Minister Aldo Moro.
Just ahead of them, Marina Barranger butts into their conversation as she has stumbled on a forlorn backpack lying on the ground.
Any mystery surrounding its ownership is quickly solved thanks to a phone call from a panic-stricken Lian Méng, who had forgotten the rucksack containing his inseparable computer, the custodian of his sentimental memory.
Exercise V
That which I Do Not Remember
Luisa Mariani and Marco Angelini (Visual Artist) are in the throes of a conversation in front of William Kentridge’s words “That which I Do Not Remember”: it is almost as if the writing represents a pause in the “Triumphs and Laments” murals’ impetuous flow of his historical-cum-cultural narration of the story of the eternal city.
The dialogue between Luisa and Marco focuses on memory and oblivion which, in Angelini’s pictorial art, through retrieving everyday objects, that are encrusted by transformations suffered with the passing of time and crystallised on canvases, assume associations, other meanings, in order to pass on new stories of their very own.
Is “That which I Do Not Remember” the memory to be retrieved in order to write a new chapter?
Exercise VI
The Stendhal Gang
Why is the Stendhal Gang so named? What does it want to achieve? Who are its members?
The name of the Gang is an obvious reference to that overwhelming sense of unease, whether euphoric or depressive, involving a furious throbbing of the pulse and beating of the heart, dizziness and spinning of the head, nausea and vomiting, that hits people who are particularly sensitive on finding themselves facing works of art, be they paintings, sculptures or architecture, and that are considered by them to be of such exceptional beauty as to unleash a tsunami of emotions, passions to be satisfied at any price, even if it involves breaking the law in some way.
At this point one might wonder what kind of places would this gang frequent?
We enter an old building in Rome housing a prestigious contemporary art gallery at the opening of Marco Angelini’s exhibition “Kaleidoscope: Memory and Oblivion”, curated by Giusy Emiliano and Raffaella Salato. The guest list includes Actor Mario Valdemarin and his Wife Rosalba, the Rock Poet, Author, Playwright and Performer Marco Palladini, the Essayist and Film Critic Désirée Massaroni, Gallery Manager Valentina Luzi, the Head of a Rome Municipal Library Alessandra Benedetti, Professor Mario D’Amore and Director Luisa Mariani.
Here also we find Malvina Ruggiano in the role of a sceptical visitor, her namesake, who is about to take a major step in her life so as to assert her professional independence, Emma Ghiurghi as Olivia, a romantic idealist, who takes pride in her feelings and decisions, Giulia Tomaselli who plays Giulia the Cynic, strong-willed, gritty, tenacious in getting what she wants.
Making an appearance too are Mauro Leuce, who plays Robin, the King of the Tiber River Rom and Juan Jesus Alayo Lara as a waiter serving drinks at the vernissage. It is a party atmosphere when Robin is suddenly asked to leave as he is judged to have drunk too much.
We jump to the following scene in the exhibition’s washroom where Malvina finds an elated Olivia, triumphantly singing in full voice after having just stolen a painting from the gallery. Straight afterwards, Giulia bursts in, taking the lid off the bristling relations between the film’s characters.